mercoledì 27 maggio 2009

Pirateria e Buccaneer al centro di un forte dibattito

Il fenomeno della pirateria è sempre di più al centro dell'attenzione mondiale: oggi due conferenze al Cairo e Londra. Si ritorna a parlare della creazione di una Corte internazionale di giustizia per processare i sospetti pirati.

I pirati infestano i mari di mezzo mondo ed in particolare il Golfo di Aden e per questo motivo il fenomeno della pirateria è sempre di più al centro dell'attenzione mondiale. Dal 2005 l'incidenza del fenomeno è vertiginosamente aumentata. Nel 2007 ci sono stati 263 casi di pirateria, nel 2008 sono stati 293, con una diminuzione nel sud est asiatico e un aumento nel Corno d'Africa. Oggi, al Cairo e a Londra, sono state convocate due conferenze internazionali per discutere sul tema in attesa del vertice con i rappresentanti del Governo e dell'opposizione in Somalia, per affrontare la questione , previsto a Roma il 9 e 10 giugno prossimo. In Egitto e in Inghilterra il problema verrà trattato dal punto di vista della sicurezza, delle assicurazioni navali, delle possibili azioni governative. I numeri del fenomeno della pirateria si fanno sempre più impressionanti ed negli ultimi mesi esso ha anche subito un salto di qualità. Nei soli primi tre mesi del 2009 nel mondo si sono verificati ben 102 attacchi dei pirati con un aumento del 50 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008 e del 20 per cento rispetto all'ultimo trimestre dello stesso anno. Di questi attacchi, ben 61 sono avvenuti tra il Golfo di Aden e al largo delle coste orientali della Somalia, contro i 6 dello stesso periodo dell'anno precedente. Dati che fanno emergere che se il 2008 è stato un anno terribile per la pirateria e il 2009 non sarà migliore. Tutto questo nonostate siano presenti nella zona navi da guerra delle varie missioni anti pirateria, Nato e Ue, e che il loro numero sia triplicato, raggiungendo la ventina. Anzi questa concentrazione di unità navali militari nel Golfo di Aden, ha spinto i pirati a spostarsi più a sud e più al largo verso l'interno dell'Oceano Indiano, fino a giungere all'arcipelago delle Seychelles. Inoltre l'area da pattugliare è grande quattro volte la Francia e pertanto è praticamente impossibile coprirla tutta. La missione della Nato nel Golfo di Aden terminerà a giugno, ma l'Alleanza sta discutendo la possibilità di un nuovo impegno più a lungo termine. Attualmente vi partecipano la Spagna, il Portogallo, l'Olanda, il Canada e gli Stati Uniti. Oltre al rinnovo fra le questioni che dovranno essere affrontate nell'eventuale estensione della missione c'è anche la questione giuridica della detenzione dei pirati, che al momento è affidata alle singole normative nazionali. Non ci saranno problemi nemmeno per il rinnovo dell'impegno dei Paesi della Ue, che hanno già una loro missione nel Golfo denominata, 'Atalanta'. Avviata l'8 dicembre scorso, nata su iniziativa francese e spagnola a sostegno delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1814, 1816 e 1846. Attualmente sono 13 le navi impegnate, 2 francesi, 4 tedesche, una greca, una italiana, 2 spagnole e 3 svedesi. Da metà maggio poi, si sono aggiunti 3 'Maritime Patrol Aircraft ricognizione', MPRA. Tra i temi che saranno discussi oggi al Cairo, anche l'ipotesi proposta da alcuni Paesi della creazione di una corte internazionale di giustizia per processare i sospetti pirati. Al momento, non esiste una procedura comune per trattare i sospetti pirati arrestati e ogni paese si regola con criteri diversi. La preoccupazione maggiore della comunità internazionale è quella di poter trovare un quadro di regole che consentano in acque anche territoriali di poter arrestare i pirati e processarli rimanendo nell'ambito del diritto internazionale. La repressione degli atti di pirateria infatti è un crimine di carattere internazionale e per combatterlo sono previste una serie di convenzioni internazionali. E' proprio l'art. 110 della convenzione del 1982 a dare base giuridica alla polizia dell'alto mare, Maritime Law Enforcement, che dà alle navi da guerra in acque internazionali poteri di imperio che comprendono il diritto di ispezionare i mercantili, fermarli e reprimere gli atti di pirateria: compreso l'arresto ed il processo dei pirati. Di recente poi alla più specifica 'Convenzione del Diritto del Mare del 1982' si sono affiancate le tre risoluzioni dell'Onu, 1814, 1816 e 1846, che consentono alle navi da guerra, di qualsiasi nazionalità, di intervenire anche se la nave attaccata non ha la stessa bandiera e di arrestare e giudicare i pirati. L'Unione europea è l'unica organizzazione di avere concluso un accordo con il Kenya che consente di perseguire penalmente i pirati arrestati dalle navi di 'Atalanta'. L'accordo, secondo è un fattore chiave per scoraggiare gli atti di pirateria e l'Ue sta studiando la possibilità di stipularne con altri Paesi della regione. Dei 52 pirati arrestati dalle navi della missione Ue, 38 sono stati sbarcati in Kenya per essere processati. Se verrà confermato anche quello della Maestrale sarà il sesto trasferimento dopo l'accordo UE-Kenya. Secondo l'International Maritime Bureau, IMB, gli attacchi al largo delle coste somale sono aumentati di dieci volte nel corso del primo trimestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. Fino ad oggi sono state catturate 29 navi e 478 marinai. L'anno precedente erano state sequestrate 49 imbarcazioni e 889 membri degli equipaggi di cui 21 uccisi. I pirati trattengono ancora, come ostaggi, 290 marinai di diverse nazionalità equipaggi delle 17 navi rimaste ancora nelle loro mani, compreso il rimorchiatore italiano 'Buccaneer', sequestrata l'11 aprile al largo delle coste del Puntland con il suo equipaggio di 16 marinai tra cui 10 italiani. Nel mondo circolano 50mila mercantili e di questi 22mila transitano, ogni anno, al largo del Corno d'Africa. Inoltre 2mila sono cargo a cui sono legati interessi italiani e 600 battono il tricolore. Ed ecco spiegato perchè sarà l'Italia che ospiterà il 9 e il 10 giugno il vertice con i rappresentanti del Governo e dell'opposizione in Somalia per affrontare la questione pirateria. Il vertice partirà dagli impegni assuntati dalla Conferenza di Bruxelles dello scorso aprile. Sarà un'incontro che servirà a dare una risposta alle radici del fenomeno e vi parteciperanno tutte le organizzazioni che possono contribuire ad indicare la strada da percorrere per consolidare la Somalia e per agire con forza e sradicare la pirateria. L'Italia è anche particolarmente coivolta in quanto nelle mani dei pirati somali si trovano ancora ostaggi i 10 marinai italiani del rimorchiatore "Buccaneer". Ad oggi le trattative per il loro rilascio sembrano essersi arenate a causa di un braccio di ferro nato tra governo italiano e pirati. In un primo tempo le autorità di Roma avevano incaricato di negoziare quelle del Puntland, la regione semi autonoma del nord della Somalia, e lo stesso presidente Abdullahi Faroleh se ne era fatto carico. All'inizio di maggio poi, Margherita Boniver, l'inviata speciale del ministro degli Esterti Franco Frattini, si era recata nel Paese africano e nella capitale Garowe aveva incontrato personalità politiche e non della regioone somala. Purtroppo il suo viaggio è stato controproducente. Alla fine ne è nata una sfida che ha portato la Boniver a chiedere l'immediata liberazione dell'equipaggio, accusando senza mezze parole Faroleh di connivenza con i pirati, e affermando che qualsiasi atto contro i marittimi italiani sarebbe stato considerato un atto ostile verso l'Italia. Da Roma è poi partito un somalo sposato con un'italiana. La sua missione è però fallita per l'intransigenza dei pirati che, pur essendo scesi dalla loro richiesta iniziale di 30milioni di dollari a 2milioni, non vogliono più saperne di trattare ma vogliono solo i soldi. La situazione ora è di stallo. Il Buccaneer, alla fonda al largo del porto di Las Qurey, covo pirata sulla costa del Puntland, è sorvegliato a distanza dalla nave militare anfibia 'San Giorgio', che controlla eletronicamente ciò che avviene sul rimorchiatore. A bordo vi sono sicuramente militari del Battaglione San Marco pronti ad intervenire nel caso giunga l'ordine da Roma. In pericolo oltre ai 10 marittimi italiani ci sono anche 5 rumeni e un croato. Il governo del Puntland ha dato il suo via libera all'Italia per un blitz che per ora il ministro Frattini sembra non intenda autorizzare come anche non ha intenzione di pagare alcun riscatto. Nel corso dell'annuale assemblea generale della 'Confederation of European shipmasters association', Cesma, svoltasi a Genova e a cui aderiscono i comandanti delle navi Ue, Il presidente del Collegio nazionale capitani di lungo corso, Giorgio Blandina, ha ricordato la vicenda del rimorchiatore italiano. Blandina ha affermato che: “Ci vogliamo ricordare che i componenti dell'equipaggio del Buccaneer sono ancora nelle mani dei pirati somali?”. “Possibile che nessuno faccia nulla? che nessuno ne parli?”. Un chiaro riferimento agli organi di stampa che secondo il capitano in merito hanno mostrato negligenza e poca professionalità e secondo il suo parere, non hanno posto in rilievo la questione a sufficienza. A Genova è emerso anche un altro elemento: gli equipaggi non vogliono difendersi ma essere difesi. Dall'incontro è infatti emerso che sebbene da più parti si insistita sull'utilizzo da parte degli equipaggi di mezzi di difesa di cui potrebbero essere dotati i mercantili come i cannoni ad acqua, i generatori di suono per intontire i pirati. Per potervi fare ricorso serve l'addestramento degli equipaggi ma è stato ribadito che essi sono lavoratori e non militari. Finora solo il Belgio si è mosso su un'altra strada affrendo agli armatori piccole squadre di difesa a pagamento: 8 militari per circa 120mila euro a settimana anche se invece, i cinesi stanno addestrando gli equipaggi dei loro mercantili a fronteggiare un attacco pirata.

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Una fiammella accesa per tutte le persone che soffrono al mondo

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Nel mondo sono tante le persone che piangono e soffrono a loro dedico un affettuoso pensiero....

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Tutta la verità sul sequestro del rimorchiatore Buccaneer

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A tutti quei bravi ragazzi morti per l'Italia

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Non mi abituerò mai a quest'immagine! Onore ai caduti

Nel mondo ogni giorno vengono compiute carneficine immani in cui le vittime sono inermi civili

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sono solidale con gli immigrati clandestini

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il volto di un immigrato

...a quei bravi ragazzi, figli dell'America di oggi, morti in guerra!

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DARFUR:NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE!

IN DARFUR SONO DECINE SE NON CENTINAIA LE PERSONE CHE MUOIONO OGNI MESE...
FAI LORO DEL BENE... AIUTA I RIFUGIATI E I PROFUGHI DEL DARFUR FACENDO UNA DONAZIONE ALL'AGENZIA ONU PER I RIFUGIATI UNHCR CHIAMA LO 0680212304 PER SAPERE COME FARE....
RICORDATI BASTANO 31 EURO PER ACQUISTARE 8 COPERTE, 51 EURO PER UNA TENDA E 200 EURO PER DARE ASSISTENZA MEDICA A 25 FAMIGLIE...

Un bambino del Darfur

Un bambino del Darfur
aiuta ad aiutarlo sostieni le iniziative pro Darfur
In Darfur dal 2003 ad oggi sono state compiute esecuzioni, anche di massa, stupri, soprattutto di massa, nei confronti di donne, uomini e bambini e interi villaggi sono stati rasi al suolo. Il terrore è stato usato come pratica generalizzata e a sfondo razziale mentre lo stupro è diventato una vera e propria arma da guerra.
Il governo sudanese di Khartoum da parte sua ha bombardato senza sosta i civili, e ha reso sempre più difficili le operazioni di soccorso delle organizzazioni umanitarie nei confronti delle genti del Darfur, fino al punto di far scappare via la maggior parte delle Ong operanti nella regione sudanese e liberarsi così di scomodi testimoni di quanto accadeva in quei luoghi. La stessa tattica è stata seguita prima con i peacekeepers dell'Ua e poi con quelli dell'Onu...
Tutto il mondo è a conoscenza di quanto accade in quella remota regione sudanese e lancia denunce. Da un lato Washington parla di genocidio, dall’altro l'Onu parla di catastrofe umanitaria e di pulizia etnica.
Il tutto però resta nella totale impunità!
Intanto, dal Febbraio 2003 anno in cui è iniziata la ribellione della popolazione di etnia africana del Darfur, circa 6 milioni in maggioranza musulmana e in parte animista, contro il governo sudanese, musulmano ma integralista e soprattutto di etnia araba e bianca, è scoppiato il conflitto che ha causato finora circa 300mila morti e due milioni e mezzo di profughi. Una protesta nata per lo stato di totale abbandono e sfruttamento in cui la popolazione nera era tenuta. La repressione del governo centrale è stata spietata, soprattutto facendo uso dei Janjaweed, i diavoli a cavallo, che sono milizie nomadi di etnia araba che hanno compiuto tutti gli orrori possibili e inimmaginabili contro le genti del Darfur di etnia nera, per lo più contadini e pastori.

Il pianto di un innocente a Gaza

Il pianto di un innocente a Gaza
Ancora una volta il mondo intero si dovrebbe vergognare!!!
La guerra chi puo raccontarla? E' difficile farlo ma tutti possiamo immaginare come sia il sentire l'odore dei morti abbandonati nelle strade o sotto le macerie, il vedere i bambini che muoiono di fame accanto al cadavere della madre, il sentire il lamento dei feriti e lo strazio dei sopravvissuti, di chi si vede impotente e maledice chi gli ha portato via tutto.
Nella Striscia di Gaza siamo ormai quasi alla terza settimana di bombardamenti e inesorabilmente, come non potrebbe essere diversamente con tutta la tecnologia militare del 21° secolo che gli israeliani stanno usando, il numero dei morti tra i civili continuato ad aumentare, mentre l'esercito israeliano bombarda le loro case si moltiplicano tra i palestinesi le scene di disperazione e di dolore causati dagli effetti devastanti della guerra che certamente non sono cambiati nel tempo anzi al contrario.

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran

Giugno 2009: La rivoluzione di velluto in Iran
Sono solidale con i persiani che manifestano

Il 12 giugno 2010 è caduto il primo anniversario delle contestate elezioni iraniane. Elezioni che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad. Il Paese ha vissuto le prime ora di questa giornata con una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane con i primi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nei pressi dell’Università Sharif di Teheran. Era impensabile che l’opposizione iraniana del movimento riformista dell’Onda Verde si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione, Moussavi e Karroubi, a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Nonostante le proteste e le accuse di brogli elettorali il contestato presidente Ahmadinejad ha potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema. La lotta continuerà. Viva la Persia! Viva il movimento riformista!


i 44 presidenti degli Usa

i 44 presidenti degli Usa
da www.patrickmoberg.com/blog/id:420/november-4-2008

The President United States of America

The President United States of America
Barack Obama

E' morta Miriam Makeba

E' morta Miriam Makeba
Addio Mama Afrika....io continuerò a sognare...

Notes

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Italia. Violenza sessuale è allarme sociale


Dopo i recenti casi di stupri, a Roma, Bologna e Milano non si riesce quasi più a tenere il conto degli episodio di violenza sessuale che, dall'inizio dell'anno, si stanno susseguendo in Italia ad opera principalmente di stranieri. Un orribile reato che si verifica nelle grandi città metropolitane come nei piccoli centri urbani. Emergono dati da brividi dalle informazioni fornite dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Como Giuseppe Anzani e dal Procuratore capo Alessandro Maria Lodolini. Ogni 4 giorni in Procura a Como arriva una denuncia per violenza sessuale. I fascicoli aperti tra luglio 2007 e giugno 2008 sono stati 89, tra violenze sessuali e pedofilia. Ma è solo la punta di un iceberg in quanto, il reato, per la quasi totalità è sommerso perché prevale ancora la paura e la vergogna a denunciare la violenza subita. Fino ad oggi la violenza che subivano le donne era soprattutto domestica, ma gli episodi di violenza che hanno visto protagoniste, loro malgrado, delle donne avvenuti negli ultimi giorni, per le strade, propongono una nuova emergenza. Un autorevole testimonianza è portata da Telefono Rosa che da anni conosce il fenomeno ed assiste le vittime. “Ciò che sta avvenendo dall'inizio dell'anno, precisa il presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, mi preoccupa. Non so se è solo l'effetto di maggiori denunce ma, dal nostro osservatorio, non era mai stato rilevata una cosa simile”. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno altro che conferma un'allarmante costante: in testa alla classifica degli autori di stupri ci sono gli stranieri. Il triste primato vede fra i primi i romeni, seguiti da marocchini e albanesi che sembra abbiano dato il via ad una esecrabile escalation di violenza contro le donne. Assodato che nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi sono commessi da stranieri, spesso clandestini, ora si deve dare a tutto questo uno stop. Certezza della pena, custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale ed esclusione di attenuanti per chi delinque sotto effetto di alcool e droghe. Tutto ovviamente tenendo conto di due elementi fondamentali: abbattere l'allarme sociale provocato da questo tipo di reati e tutelare la dignità della vittima, che va assicurata anche nel percorso dibattimentale.
Per raggiungere un risultato anzitutto è importante l'introduzione nel ddl sicurezza dell'obbligo del carcere per chi stupra. Forse il decreto 'anti-stupro' sarà pronto per venerdì esso dovrebbe contenere, come annunciato, importanti novità: gli accusati di stupro non potranno beneficiare della libertà condizionale, ci sarà un avvocato a spese dello Stato per le vittime di violenza sessuale, arriveranno nuovi presidi di polizia con relativi stanziamenti, saranno anticipate le norme contenute nel ddl anti-molestie che la Camera ha già approvato. Tra le altre cose, ci dovrebbero essere anche aggravanti se a commettere violenza sono familiari, partner o tutori; un pesante aggravio di pena se la vittima è sotto i 14 anni; uguale trattamento, invece, se la vittima è maggiorenne o appena sotto i 18; ergastolo sicuro, se allo stupro segue la morte della vittima. Mano pesante anche per i complici: nessuna possibilità di godere dei domiciliari neppure per i favoreggiatori.

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La scuola pubblica in Italia con la 'Riforma Gelmini'

Esprimo la mia piena solidarietà con tutti coloro che protestano contro la Legge 133/08 la cosidetta 'Riforma Gelmini'....

Le cifre presentate nel decreto fanno venire i brividi: i tagli previsti dal decreto legge 112, poi convertito nella legge 133/08, e gli ulteriori provvedimenti contenuti nel decreto 137 porteranno, a livello nazionale, ad una riduzione di circa 100mila posti tra il personale docente e di 43mila posti tra quello Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi).
Per molti, anche per i non addetti ai lavori, l'effetto provocato dalla legge che in pratica azzererà in poco tempo le faticose conquiste di anni e anni, non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di mission- educativa e di didattica, rende il momento dei più cupi e tristi degli ultimi anni. Ai tagli vanno poi sommati, le conseguenze che scaturiranno dalla reintroduzione del maestro unico nelle scuole elementari.
L'Europa chiede più scuola, più sapere e l'Italia che fa?
Il contrario!
Rientrodurre il maestro unico è compiere, di sicuro, un passo indietro di almeno mezzo secolo. Se non addirittura si ritorna al tempo del libro cuore, senza offesa per quel libro mio compagno di tanti pomeriggi.
Perchè tutto questo? Bella domanda!
Molto probabilmente si tenta di mascherare con questa supposta riforma quello che è il vero scopo del provvedimento: incassare o meglio risparmiare in poco meno di 4-5 anni 8miliardi di euro. Questa è la cifra stimata, che dovrebbe restare nelle casse dello stato.
Un risparmio quindi certo ottenuto tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro ma al contempo che produrrà anche un effetto negativo: quello di un drastico ridimensionamento del servizio scolastico pubblico in favore forse di quello privato. Inoltre un'altra diretta conseguenza della L.133/08 sarà la chiusura di decine e decine di plessi scolastici.
Molte scuole, soprattutto nei piccoli centri urbani, non ci saranno più. A scomparire sarà anche un altro degli elementi cardine dell'istruzione primaria italiana: il tempo pieno. Bisogna fare attenzione, chi sostiene che il tempo pieno non sarà toccato dalla riforma o che addirittura aumenterà mente sapendo di farlo.
Rifletteteci un poco e capirete perchè!
Se prima, per ogni 2 classi, c'erano 3 insegnanti d'ora in poi sarà uno per classe, a seguire e istruire dai 20 ai 30 alunni e che svolgerà il suo orario lavorativo settimanale esclusivamente di mattina. Pertanto al pomeriggio non potrà esserci altro che un sorta di dopo-scuola, trasformando il tempo pieno di fatto in un parcheggio pomeridiano per i bambini, che nulla ha da condividere con l'offerta didattica di cui fino ad ieri, prima della 'riforma Gelmini', gli alunni potevano usufruire con il tempo pieno.

...

ARRIVERA' PER NATALE UNA 'SOCIAL CARD' AD OLTRE 1MLN DI ITALIANI 'POVERI'

C’è un detto che dice: "meglio poco che niente!".
In questo caso tra il poco e il nulla ci sono così poche differenze che è difficile distinguerli.
La 'social card, almeno per il momento, sembra più l’ennesimo spot varato dal governo che piuttosto un provvedimento serio in grado di aiutare per davvero i più bisognosi.
Nessuno però si è ricordato di dire che ogni spesa effettuata con la 'social card' in automatico sarà data una commissione alla Mastercard che è la società che ha emmesso ed è la proprietà della card.
Bhe! Almeno qualcuno di certo ci guadagnerà da questa iniziativa...
Appare strano che un'iniziativa così benefica abbia comunque dei costi accessori...stranezze tutte italiane!

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Parole....di Abraham Lincoln

Non si può arrivare alla prosperità

scoraggiando l'impresa.
Non si può rafforzare il debole
indebolendo il più forte.
Non si può aiutare chi è piccolo
abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero
distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe
rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente
spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana
predicando l'odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale
adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggioto
gliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente
la gente facendo in sua vece quello che potrebbe
e dovrebbe fare da sola.

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

USA 2008: ELETTO PRESIDENTE BARACK OBAMA

marito e padre

i due rivali

genere umano

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO

GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO
da peacereporter

23/02/2002 - 02/07/2008 Ingrid Betancourt è stata liberata!

23/02/2002 - 02/07/2008                  Ingrid Betancourt è stata liberata!
faccio mia la gioia di tutti!

Finalmente liberi!!!

Finalmente liberi!!!

Grazie a loro la Betancourt è libera

Grazie a loro la Betancourt è libera
il ministro della Difesa colombiano Santos e il generale Montoya

Grazie Uribe!!

Grazie Uribe!!
La Betancourt ha incontrato il presidente colombiano Uribe che vinse le elezioni del 2002

madre e figlia!

madre e figlia!
Yolanda Pulecio e Ingrid Betancourt

le due Betancourt

le due Betancourt
Ingrid abbraccia la madre Yolanda

La gioia della libertà riconquistata

La gioia della libertà riconquistata
Ingrid Betancourt dopo la liberazione