Ancora una volta incurante del mandato d'arresto che pende sulla sua testa, il leader di Khartoum, è tra i convenuti a Doha. Per Bashir si tratta del quarto viaggio compiuto all'estero. in pochi giorni, dopo il mandato d'arresto spiccato il 4 marzo scorso. Finora si è già recato in Eritrea, Egitto e Libia. Tra gli altri leader arabi presenti, per i due giorni di colloqui in Qatar, anche i presidenti siriano, Bashar al Assad, libanese, Michel Suleiman, somalo, Ahmad Sharif, l'emiro del Kuwait, lo sceicco Sabah alAhmad al Sabah, il re saudita, Abdullah bin Abdul Aziz, e il sovrano di Giordania, Abdallah II. Sono presenti anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, a cui l'annunciata presenza del capo di Stato sudanese non ha impedito di recarsi al vertice, e quello della Lega Araba, Amr Moussa.
Tra gli altri ospiti anche il leader libico e attuale presidente dell'Unione Africana, Ua, Muammar Gheddafi. Questi, nel corso della mattinata mentre prendeva la parola 'il padrone di casa' , l'emiro del Qatar, l'ha interrotto e, dopo aver preso la parola, ha presentato le sue scuse al re saudita, Abdullah, dicendosi pronto a una riconciliazione e poi ha abbandonato la sala. Il suo intervento ha raccolto gli applausi da tutti i partecipanti al vertice. I rapporti tra Gheddafi e il re saudita sono tesi dal 2003, dopo uno scontro verbale avvenuto tra i due ad un vertice della Lega araba tenutosi a Sharm el Sheikh poco prima dell'inizio della guerra in Iraq. In quell'occasione il leader libico definì il re saudita 'un prodotto britannico e un alleato americano'. Re Abdullah, dopo quella lite, boicottò i summit dei Paesi arabi che si svolsero a Tunisi, Algeri e Khartoum e tutti i tentativi di far riconciliare i due sono sempre falliti. Oggi invece, è stato lo stesso Gheddafi a porgere il ramoscello d'ulivo ad Abdullah dicendo che: “Sono sei anni che voi evitate di incontrarmi”. “Sono pronto a farvi visita ed a ricevervi”, ha continuato. Il leader di Tripoli non è nuovo a manifestazioni così plateali ma di recente, da quando è stato eletto alla presidenza dell'Ua e si è attribuito il titolo di 're dei re d'Africa', è peggiorato. Comunque sia il suo gesto ha sortito l'effetto voluto. Nel pomeriggio, a margine del vertice della Lega araba di Doha, il re saudita e il leader libico, si sono incontrati per un breve colloquio. “l malinteso tra Arabia e Libia si è dissipato durante questo vertice”, ha dichiarato subito dopo, Ahmad Kadhef Addam, alto responsabile libico.
I lavori sono stati aperti, come è tradizione, dal presidente siriano, Bashar al Assad, rappresentante del Paese che ha ospitato l'ultima edizione. Subito dopo la parola è passata alla presidenza di turno, l'emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani. Il leader siriano ha subito parlato dei riflessi sulle economie arabe causati dai grandi cambiamenti verificati nel mondo a causa della grave crisi finanziaria mondiale. Assad ha accusato i Paesi occidentali di averla provocata attraverso il monopolio dell'economia mondiale. Cosa inconsueta, ad un certo punto il presidente siriano si è dovuto fermare nel parlare. La folla di giornalisti presenti in sala è diventata incontenibile. La causa è stato l'ingresso del presidente sudanese che gli ha rubato la scena. La sicurezza è dovuta intervenire e riportare l'ordine nella sala. Il mandato d'arresto emesso dal Cpi dell'Aja contro el Bashir era una delle 15 questioni poste all'ordine del giorno, come anche la riconciliazione araba e la questione palestinese. In merito alla questione sudanese, Assad si è rivolto ai capi di stato arabi affermando: “Se falliremo nell'assumere le nostre responsabilità attuali nei confronti del Sudan, dovremo assumerne le sue conseguenze storiche”. Invitandoli poi, a trovare una posizione comune di 'totale condanna' della decisione adottata dall'Alta corte dell'Aja. “Ciò che è accaduto di recente in Sudan è la prova di una nuova mancanza di rispetto della sovranità araba”. Il presidente siriano ha anche affermato che la pace tra arabi e israeliani non può essere raggiunta se Israele non la vuole. Per Assad è stato Israele ad uccidere l'iniziativa e non il vertice di Doha. Il riferimento era all'iniziativa di pace dell'Arabia Saudita, approvata dalla Lega Araba nel vertice di Beirut del 2002 e su cui, a Doha, i leader arabi dovranno pronunciarsi. Nella capitale libanese venne formulata una proposta che prevedeva il riconoscimento dello stato di Israele da parte di tutti gli stati arabi, a condizione che Israele si ritirasse da tutti i territori arabi occupati nella guerra del 1967, compresa Gerusalemme est e ci fosse una conseguente legittimazione dello stato palestinese con una soluzione pacifica alla questione dei profughi. Mentre il sostegno ad el Bashir era scontato già dalla vigilia. Sono invece molto discordanti le posizioni dei partecipanti sugli altri argomenti, Iran e questione mediorientale in testa. Al summit in Qatar pesa molto l'assenza di 9 dei 22 leader arabi, tra cui il presidente egiziano Hosni Mubarak. Anche se non ufficialmente sembra che l'Egitto non intenda prendere parte al vertice in quanto rimprovera al Qatar le sue posizioni anti-egiziane, tenute in particolare durante l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza dello scorso dicembre.
Nel suo intervento, davanti ai leader della Lega araba riuniti a Doha, il segretario generale dell'Onu ha chiesto al Sudan di annullare l'ordine di espulsione emesso, lo scorso mese di marzo, nei confronti di 16 Ong attive nella regione occidentale sudanese del Darfur e che garantivano assistenza umanitaria e sanitari a oltre un milione di persone. “Sono molto preoccupato per la decisione presa dal governo sudanese”, ha detto ban. “Nonostante gli sforzi dei ministeri sudanesi, delle agenzie dell'Onu e delle Ong ancora presenti nella regione, ha aggiunto, il vuoto non può essere colmato”. Il numero uno del Palazzo di Vetro ha poi, invitato i leader arabi a superare le tensioni provocate dal mandato d'arresto del tribunale dell'Aja emesso contro il presidente sudanese. Molto duro è stato invece, l'intervento del segretario della Lega Araba, Amr Moussa, che ha accusato i militari israeliani di aver rasentato 'la follia' nel corso dell'offensiva militare 'Piombo fuso' contro Gaza aggiungendo che essi dovrebbero rispondere dei crimini di guerra commessi durante i 22 giorni dell'offensiva.
Al termine del summit, previsto per domani pomeriggio, i suoi partecipanti incontreranno anche i dirigenti di 12 Paesi sudamericani per un dopo vertice destinato a gettare le basi per una collaborazione tra i due blocchi.
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