Afghanistan: si insedia Parlamento Kabul

A quanto pare ci siamo! Si dovrebbe tenere questo mercoledì 26 gennaio l’agoniata seduta inaugurale del Parlamento afghano. L’annuncio è stato dato ieri sabato dopo che il presidente afghano, Hamid Karzai ha raggiunto un accordo con i 249 deputati neo eletti nelle elezioni legislative tenutesi il 18 settembre scorso. A quattro mesi da quell’appuntamento elettorale finora l’assemblea non si era ancora insediata. Un rinvio causato da un contenzioso in corso derivante dai tanti ricorsi presentati per brogli elettorali alla Commissione per i reclami elettorali, Ecc. Un fatto questo che aveva costretto la Commissione elettorale indipendente, Iec, a posticipare più volte l’annuncio dei risultati definitivi. Risultati che sono avuti solo il 24 novembre scorso. Dopo oltre due mesi dal voto però, la questione non si è chiusa anzi si ulteriormente aggravata. Dopo l’ufficializzazione dei risultati elettorali, con la proclamazione degli eletti, ne è nato un contenzioso tra Iec e il Procuratore generale della Repubblica al cui ufficio sono giunte centinaia di denunce di brogli elettorali e tutto è stato bloccato. Nemmeno l’istituzione, lo scorso mese, di un tribunale speciale per i ricorsi elettorali, istituito da Karzai e retto dal giudice Sadiqullah Haqiq, è riuscito a porre fine allo stallo in corso. A cercare di porre rimedio alla situazione è poi, entrato in gioco, per forza di cose, direttamente il capo dello stato che ha proposto come data per l'inaugurazione della nuova 'Wolesi Jirga', la Camera bassa del Parlamento di Kabul, il 22 febbraio prossimo. Un annuncio che contrastava con il precedente che stabiliva come data per la prima seduta del nuovo Parlamento di Kabul oggi 23 gennaio. Un ulteriore rinvio questo, che immediatamente scatenava nuove polemiche e allarmava la comunità internazionale. L’ONU, subito dopo l’annuncio, faceva presente la sua profonda sorpresa e preoccupazione per questo ulteriore e inspiegabile rinvio di un mese dell'inaugurazione della nuovo Parlamento di Kabul. Preoccupazione condivisa anche da Unione Europea, Ue, e USA. In verità la decisione adottata da Karzai derivava dal fatto che il presidente afghano aveva tenuto conto delle indicazioni del Tribunale Speciale per i ricorsi elettorali che dovendo ancora esaminare oltre quattrocento reclami aveva chiesto più tempo. L’osservazione giunta dall’ONU si basava invece, sul fatto che tutto questo rischiava di far degenerare ancora di più le divisioni che affliggono il Paese asiatico. Tanto è vero che oltre 211 deputati, dei 249 eletti, erano pronti a cominciare a lavorare nella data fissata in un primo tempo, cioè il 23 gennaio, che il presidente Karzai fosse o no presente. Una possibilità questa, che era molto realistica in quanto a detta del presidente provvisorio della Camera, Muhammad Sarwar Usman Farahi la Costituzione assegna importanza solo simbolica all'inaugurazione dell'Assemblea da parte del capo dello Stato. Se fosse accaduto ciò però, si sarebbe creata una grossa frattura a livello istituzionale e la situazione politico militare del Paese asiatico non permette di questi lussi. Dalla caduta del regime dei Taleban, nel 2001, per il Paese asiatico queste erano state le seconde elezioni legislative. Un banco di prova che si è rivelato davvero arduo per le istituzioni afghane costrette a dover risolvere le questioni emerse dalle tante irregolarità riscontrate. Ci sono stati numerosi annullamenti di schede, decine di candidati eletti hanno avuto invalidata la nomina e si sono registrati anche degli arresti di funzionari per brogli e per compravendita di voti, oltre a manifestazioni di piazza contro il ritardo della proclamazione degli eletti.
A questo punto il presidente afghano vistosi pressato da un lato e minacciato dall’altro è stato costretto per forza di cose a fare marcia indietro ed ieri ha annunciato che inaugurerà la nuova legislatura mercoledì 26 gennaio 2011. Una sorta di compromesso in cambio del quale però, Karzai ha chiesto ed ottenuto dai deputati il riconoscimento, da parte loro, delle decisioni che il tribunale speciale prenderà in merito al contenzioso relativo ai risultati delle elezioni legislative dello scorso settembre. Per molti quello in corso è un tentativo di Karzai di cercare di modificare, in qualche modo, la composizione dell’elenco dei deputati usciti eletti dalle urne. Questo perché dal voto delle legislative del 18 settembre scorso la rappresentanza dei Pashtun, etnia in maggioranza nel Paese asiatico e di cui lo stesso Karzai è membro, ha perso la maggioranza in Parlamento. I Pashtun hanno affermato che la causa della loro sconfitta è dovuta al fatto che i Taleban hanno impedito alla gente di andare a votare nelle provincie dove il loro elettorato era forte. Un riduzione di seggi che ha avvantaggiato le altre etnie, soprattutto quelle del nord. Una circostanza questa che di certo comporterà dei problemi di gestione dell’organo legislativo da parte del capo dello stato. Questo specie per quanto riguarda il suo piano di pace con i Taleban.