Il summit è stato al centro di una conversazione telefonica tra il cancelliere tedesco, Angela Merkel ed il presidente francese, Nicolas Sarkozy. I due hanno concordato le posizioni dei rispetivi Paesi in vista dell'incontro. La Merkel a Londra non ci sarà ed è quasi certa anche l'assenza del ministro della Difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg. A rappresentare la Germania, che ne è uno dei Paesi promotori, vi sarà il ministro degli Esteri, Guido Westerwelle. A Londra, il governo di Berlino, vuole che l'incontro punti soprattutto all'elaborazione di un piano di stabilizzazione politica a scapito di quello militare. Aspetto questo condiviso anche dal generale statunitense, Stanley McChrystal. Di cui ieri il 'Financial Times' ha pubblicato un'intervista in cui il generale giudica inevitabile una soluzione politica al conflitto in Afghanistan. In tal senso si muove anche la diplomazia internazionale. Il governo di Berlino è anche pronto a finanziare con 50 milioni di euro il fondo destinato ad incoraggiare i militanti talebani ad abbandonare la lotta armata. A Londra i Paesi membri della NATO decideranno anche su eventuali ulteriori contributi militari dopo l'aumento delle truppe deciso dagli Stati Uniti. Proprio oggi il cancelliere tedesco ha confermato l'invio di altri 500 soldati supplementari in Afghanistan con una riserva flessibile di altri 350 uomini.
Da tempo il comandante delle forze internazionali in Afghanistan, il generale McChrystal chiede l'invio di rinforzi nel Paese. Con il suo contingente la Germania è attualmente il terzo Paese a contribuire alla forza internazionale Isaf in Afghanistan. Washington ha annunciato lo scorso dicembre l'invio di altri 30mila uomini e altri Paesi europei, come la Spagna, Romania e Polonia, ne hanno seguito l'esempio. Mentre la Francia non ha ancora dato la sua disponibilità. In totale, dai soli Paesi europei dovrebbero giungere in Afghanistan altri 7mila soldati. Dalla Filandia promessi altri 50 soldati. Il governo afghano, in occasione della vertice di Londra del 28 gennaio, ha messo a punto un piano per una proposta nazionale di riconciliazione con i talebani. Un progetto che prevede anche l'apertura di una trattativa con esponenti talebani e con il leader del movimento 'Hezb-e-Islami', Gulbuddin Hekmatyar. In merito sembra che Karzai sia anche intenzionato a chiedere una revisione della lista nera dell'ONU da cui poi, escludere i nomi di influenti personalità talebane considerati moderati. Il governo di Kabul pare abbia già raccolto l'appoggio preventivo di molti dei Paesi della coalizione internazionale tra cui Stati Uniti e Gran Bretagna. Un appoggio che prevede anche l'adesione all'offerta di lavoro, sicurezza, istruzione e benefici sociali per quanti accetteranno di aderire al piano di riconciliazione nazionale progettato dal governo afghano. A favore di questo piano si sono espressi anche l'inviato Usa in Afghanistan, Richard Holbrooke, e il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen. Anche i Paesi confinanti con l'Afghanistan e la Turchia hanno annunciato che sosterranno il piano del presidente Karzai. Una prima reazione a questo progetto è già giunta anche dai diretti interessati, i talebani ed è stata negativa. Il tavolo negoziale è però, ormai aperto e in molti sperano che tanti talebani accettino di sedersi intorno. Il timore è che però si finisca solo per portare al tavolo dei negoziati talebani di 'basso livello' e questo non aiuterà di certo il Paese ormai stremato da circa un decennio di guerra. Karzai ha già annunciato che dopo Londra convocherà una 'Jirga', assemblea di pace tribale' per ricevere sostegno, al suo progetto e per il quale chiederà anche l'appoggio dell'Arabia saudita. Alla conferenza di Londra anche l'Italia presenterà una sua proposta relativa alla ricostruzione civile della governance suddivisa in tre punti. Formazione del personale civile, azioni transfrontaliere e cooperazione allo sviluppo.
Nel frattempo le autorità di Londra hanno deciso di innalzare al livello 4, 'grave', dei cinque livelli conosciuti, il livello di allerta anti-terrorismo nel Paese. In Gran Bretagna l'allerta 5 è stata decretata ultimamente il 30 giugno 2007, quando 2 uomini si lanciarono con un'auto carica di bombole di gas contro un terminal dell'aeroporto di Glasgow, in Scozia. Le bombole però non esplosero e venne evitata una strage. Il ministro degli Interni inglese, Alan Johnson ha spiegato che il livello di allerta è stato innalzato da 3, 'sostanziale', cioè con una forte possibilità di attentati, a 4, ossia con una elevata probabilità di un'azione terroristica. La decisione sembra sia stata adottata su suggerimento del 'Joint Terrorism Analysis Centre', Jtac, una speciale unità dell'MI5, il servizio di controspionaggio britannico, che si occupa proprio di anti-terrorismo e che propone adeguate contromisure sulla base delle informazioni di intelligence di cui entra in possesso. Questa volta però sembra che non ci siano informazioni che facciano pensare ad un attentato imminente. Si tratta dunque di una precauzione legata per lo più ad episodi di terrorismo registratisi in altre parti del mondo. Iniziando da Detroit con il fallito attentato ad un aereo di linea della compagnia americana 'Delta Airlines'. Le probabilità di un attentato nel Regno Unito sono le stesse di quelle in qualsiasi altro Paese indipendentemente dalla Conferenza.
Giovedì 28 gennaio la conferenza sull'Afghanistan sarà ospitata nel Lancaster House, un' edificio che si trova nel cuore di Londra, a pochi passi da Buckingham Palace. Il Lancaster House è un luogo storico. Tra le sue mura sono stati negoziati l'assetto costituzionale della Nigeria e l'indipendenza del Kenya. Come anche l'indipendenza della Rhodesia, oggi Zimbabwe.
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